Bologna
L’Atuss di Bologna si focalizza su scelte strategiche che mirano al potenziamento dell’attrattività del centro storico con lo scopo di caratterizzare Bologna come spazio di promozione delle opportunità, del sapere, dell’inclusione, capace di generare e attrarre idee, investimenti, risorse. Nello specifico, i progetti finanziati riguardano l’acquisto di arredi e tecnologie per la nuova Cineteca, nuovo Polo tecnologico del Patrimonio cinematografico e fotografico nel quartiere Navile. L’area del Paladozza beneficerà dell’apertura del primo museo in Italia dedicato allo sport della pallacanestro. Verranno valorizzati alcuni luoghi come laboratori aperti, nell’area di Piazza Maggiore: Palazzo D'Accursio, Salaborsa e Sottopasso Rizzoli. Nel quadrilatero di edilizia popolare fra le vie Scalo e Malvasia sarà attivato un progetto di coesione sociale, rivolto ai giovani residenti, chiamato il Giardino della resilienza.
L’ammontare complessivo dei progetti approvati con l’Atuss è di 4 milioni di euro, con un contributo complessivo dei Programmi regionali FESR e FSE+ di 3,2 milioni (2,5 milioni e 700mila euro del FSE+) e un cofinanziamento locale del Comune di 800mila euro, pari al 20%.
I progetti si integrano con altri interventi per la rigenerazione urbana, finanziati tramite fondi PNRR, che contribuiscano all’obiettivo “consumo di suolo saldo zero”. Nello specifico, la strategia Atuss si inserisce nel progetto strategico Città della conoscenza finanziato dal PNRR attraverso i Piani Urbani Integrati ed attraverso il Piano Strategico Territoriale Metropolitano.
Il Museo nazionale della pallacanestro e il Polo del patrimonio cinematografico, collegato alla Cineteca, nell’ambito del nuovo Polo tecnico-scientifico ‘Renato Zangheri’; il Giardino della Resilienza allo Scalo Malvasia, oggetto di rigenerazione urbana, e il nuovo Laboratorio aperto, per aumentare l’offerta culturale e civica con il coinvolgimento del terzo settore. Quattro progetti per rendere sempre di più Bologna la “Città della conoscenza”.
Per centrare obiettivi non più rinviabili: transizione ecologica e digitale. Ecco allora che un quartiere popolare rinasce come vero e proprio distretto culturale all’interno di un parco mentre i laboratori digitali avvicinano i cittadini all’utilizzo delle tecnologie e alla partecipazione democratica.
I progetti
Il Museo del Basket Nazionale (MUBIT) sarà il primo in Italia dedicato alla cultura della pallacanestro e sarà ospitato dagli ex uffici Coni opportunamente riqualificati, presenti in una porzione del “PalaDozza”, il palasport di via Luigi Calori (1,2 milioni di euro). Comprenderà aree didattiche per giovani, scuole e famiglie, oltre che uno spazio eventi per incontri e presentazioni che promuovano il futuro della pallacanestro. Non sarà solo un’area museale, ma uno spazio innovativo con obiettivi ricreativi e di intrattenimento.
Il nuovo Polo tecnico-scientifico ‘Renato Zangheri’ si inserisce invece nell’ambito della riqualificazione complessiva dell’ex parcheggio Giuriolo, che grazie alle risorse PNRR darà vita ad un nuovo polo tecnologico per la conservazione, la digitalizzazione e il restauro del patrimonio cinematografico e fotografico, affidato alla Cineteca di Bologna che ne farà la sua casa, oltre che un luogo della memoria. Grazie ai fondi Atuss si acquisteranno gli arredi e le tecnologie (costo previsto 1,45 milioni di euro) per quello che si candida a essere uno dei più grandi ed innovativi archivi europei dedicato alla conservazione di pellicole, fotografie e documenti digitali (circa 90mila film in diversi formati e 2,8 milioni di foto).
Il progetto Giardino della Resilienza (investimento di 875mila euro) verrà attuato all’interno del comparto di case popolari compreso tra le vie Malvasia, Pier de' Crescenzi, Casarini e dello Scalo denominato Scalo Malvasia, composto da circa 500 appartamenti su edifici di sette piani, separati da ampi spazi verdi e attualmente oggetto di un intervento di rigenerazione urbana. L’intervento riguarda il potenziamento della coesione sociale e il miglioramento della qualità della vita, con particolare attenzione ai più giovani, in un contesto cittadino con alto tasso di fragilità socio-economica e culturale. Attraverso la coprogettazione con enti del terzo settore e cittadini, gli spazi verdi diventeranno un dispositivo pubblico, aperto e didattico; in particolare l’edificio chiamato “Padiglione” ospiterà attività laboratoriali, centri di ascolto e orientamento al lavoro, corsi di formazione.
Il progetto del nuovo Laboratorio aperto (oltre 400 mila euro), infine, mira ad accrescere l’offerta culturale e civica rivolta alla cittadinanza, con il coinvolgimento del terzo settore, attraverso il sostegno diretto e la digitalizzazione di luoghi fisici cittadini dal grande valore simbolico e culturale: l’Innovation Urban Lab, le sale corsi e conferenze in Sala Borsa, l’Esedra e il Sottopasso Rizzoli. I laboratori aperti insomma sono chiamati a valorizzare questi spazi anche attraverso la presentazione di progetti del Comune, le mostre interattive, la condivisione con i cittadini dei cambiamenti che avvengono in città, visite guidate, rassegne culturali, percorsi laboratoriali per gli studenti.