Com'è andato il 9° workshop internazionale del Laboratorio italo-brasiliano
Sei giorni di incontri, seminari e laboratori distribuiti sul territorio regionale, per un totale di 542 partecipanti. Il 9° workshop internazionale del Laboratorio italo-brasiliano di formazione, ricerca e pratiche in salute collettiva si è concluso il 22 febbraio aggiungendo un nuovo tassello nel percorso di dialogo e scambio di conoscenze sulle esperienze in ambito delle cure intermedie (ospedali di comunità) nei due Paesi. È stato così possibile portare avanti l'attività di monitoraggio e valutazione dei progetti in corso, programmando le future attività di scambio fra i diversi sistemi di organizzazione dei servizi di salute coinvolti a livello territoriale.
Hanno partecipato agli incontri operatori emiliano-romagnoli del sistema di salute pubblico (sia di ospedali di comunità che di enti locali) e brasiliani. Gli ospiti brasiliani provenivano da 6 Stati del Brasile, con una rappresentanza anche del governo federale, del Ministero della salute, del CONASS e del CONASEMS (rispettivamente organismi di rappresentanza degli assessorati alla salute dei 27 stati e di tutti i municipi brasiliani). Le visite sul territorio emiliano-romagnolo hanno previsto tappe in tutta la regione e in particolare visite presso le strutture di cure intermedie e ospedali di comunità di Bobbio, Parma, Loiano, Comacchio, Modigliana e Brisighella.
L'evento di apertura del 17 febbraio, al quale ha partecipato anche una delegazione del Myanmar interessata al percorso di confronto, ha ricostruito la storia della nascita del Laboratorio italo-brasiliano, ripercorrendo le motivazioni più ideologiche, ispirate al principio di assistenza delle fasce più deboli della popolazione, e i passaggi salienti dello sviluppo della collaborazione fra i due Paesi. Con l'ironica moderazione di Patrizio Roversi, sono state anche riportate le testimonianze degli operatori che hanno partecipato alle recenti attività di scambio nell'ambito del progetto Rersus, nell'ottica di condividere, ottimizzare e adattare ai contesti locali soluzioni a problemi comuni. Nel pomeriggio si è parlato anche degli sviluppi futuri di questo progetto strategico che, grazie all'apporto di nuovi partner di entrambi i Paesi, potrà trovare forme per proseguire la sperimentazione avviata.
Inoltre, sono stati realizzati workshop coinvolgendo più di 100 relatori che hanno approfondito i temi:
- dell'invecchiamento della popolazione
- del potenziamento e dello sviluppo di servizi territoriali tramite le cure intermedie, dell'uso di strumenti di valutazione d'impatto degli ospedali di comunità, che verrà sviluppato e approfundito come attività progettuale del 2020 - 2021
- l’argomento sulla disabilità e inclusione, che è stato affrontato per la prima volta nello specifico e sarà messo come oggetto di ricerca e studio tra i paesi
- di nuovi approcci teorico-metodologici alla ricerca interdisciplinare sulla salute che ha coinvolto 20 università di entrambe paesi. Queste produrrano un manifesto di collaborazione tra l’università e sistemi sanitari per la ricerca in salute collettiva
- del lavoro di prossimità tramite il dialogo tra i contesti territoriali
- della possibilità di una ricerca-intervento sui consultori familiari in Emilia-Romagna.
Sono tante le considerazioni e i risultati emersi. L'incontro sulle valutazioni, per esempio, ha messo in luce il confronto tra due modelli concettuali diversi, ma potenzialmente complementari, per affrontare il tema della valutazione di un servizio: il modello della Regione Emilia-Romagna delle cure intermedie e ospedali di comunità e il modello brasiliano all’interno del Brazilian National Program for Improving Access and Quality to Primary Care (PMAQ). La produzione in rete di sistemi di valutazione e monitoraggio dei servizi come strumento per la condivisione e la partecipazione e per la creazione di una “cultura della valutazione” hanno suscitato grande interesse. Secondo questo approccio, tutti gli attori che concorrono alla conoscenza, alla produzione, all’erogazione e alla fruizione di un servizio dovrebbero essere coinvolti nel processo di valutazione di quel servizio in prospettiva cooperativa e al fine di stimolare il confronto fra realtà territoriali diverse, coinvolgendo anche le università non solo per il know how teorico sul tema, ma anche per la divulgazione scientifica delle evidenze.
In conclusione, sono stati identificati tre elementi cardine su cui proseguire un lavoro di costruzione e scambio di strumenti operativi rispondenti alle esigenze di ogni sistema territoriale:
- continuare il lavoro di identificazione delle soluzioni più idonee di cure intermedie
- costruire governance sostenibili dei progetti per la loro replicabilità
- rafforzare azioni di sistema per la riorganizzazione ospedaliera che prevedano un necessario coinvolgimento della comunità
In occasione del 9° workshop italo-brasiliano, è stato inoltre realizzato da Bianca Maldini il progetto fotografico "Territori in dialogo: le politiche di salute come trame di apprendimento (13.98 MB)" che racconta le persone del progetto RERSUS.