Il sistema di giustizia italiano e l’Europa
Fin dal novembre 2011, la Commissione europea (con il “Position paper” sulla preparazione dell’Accordo di partenariato e dei Programmi in Italia per il periodo 2014-2020) ha posto come priorità l’efficientamento del sistema giudiziario quale fattore di rilancio della competitività del nostro Paese.
Nello specifico venivano suggerite azioni finalizzate a "Sviluppare l’efficienza e la qualità delle procedure della giustizia civile, promuovere la mediazione ed altri strumenti alternativi per la risoluzione di controversie; modernizzare l’organizzazione dei tribunali e migliorare la gestione delle risorse umane della magistratura, la trasparenza e gli strumenti connessi alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione".
Da allora molte riforme hanno interessato il sistema giudiziario italiano, anche sul tema dell’innovazione organizzativa e dell’informatizzazione, e si sono aperti nuovi scenari con il processo penale telematico e l’avvicinamento dei servizi di giustizia ai cittadini attraverso gli sportelli di prossimità.
Questi temi sono rientrati anche nel Programma operativo nazionale Governance e capacità istituzionale 2014-2020, attraverso due azioni specifiche dedicate all’efficienza e alla digitalizzazione della giustizia (Asse 1 – OS 1.4: Miglioramento dell’efficienza e della qualità delle prestazioni del sistema giudiziario – Azione 1.4.1; Asse 2 – OS 2.2 - Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili della PA offerti a cittadini e imprese – Azione 2.2.3), che tra le varie attività prevedono sperimentazioni su scala regionale di sportelli e uffici di prossimità.
Da tutte queste sollecitazioni, che hanno trovato una loro definizione anche nel Patto per la Giustizia dell’area Metropolitana di Bologna, a cui la Regione Emilia-Romagna ha aderito nel 2017, è nata la riflessione che si è poi concretizzata nel progetto Justice-ER.