“Progetto regionale Chernobyl”, oltre12 mila i bambini accolti in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna, dopo oltre tre decenni continua ad essere protagonista di uno straordinario movimento di solidarietà che ha visto in questi anni più di 12 mila bambini bielorussi ospitati nell’ambito dei programmi di accoglienza temporanea estivi e invernali. Accoglienze solidali che mi auguro possano proseguire con la stessa intensità anche nei prossimi anni. Come Regione non faremo mancare il sostegno necessario, affinché questa solidarietà continui a manifestarsi e si sviluppi in forme sempre più ampie ed efficaci, allargandosi in tutti i settori di reciproco interesse.
Assessore Elisabetta Gualmini
Ridare impulso ai progetti di accoglienza temporanea dei bambini provenienti dalle zone contaminate dopo il disastro nucleare di Chernobyl, e rafforzare quelli di assistenza sanitaria e riabilitazione che si realizzano in Bielorussia e Ucraina, aree ad alta radioattività da cui provengono quasi tutti i bimbi accolti in Emilia-Romagna.
Questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto a fine ottobre in Regione, a Bologna, tra la vicepresidente con delega alla Cooperazione internazionale e all’immigrazione, Elisabetta Gualmini, e l’ambasciatore della Repubblica della Bielorussia, Aleksandr Guryanov, ospite in questi giorni dell’Emilia-Romagna. Una visita che segue a breve distanza la missione istituzionale della Regione nella Repubblica della Bielorussia, con l’obiettivo di toccare con mano i risultati raggiunti dai progetti umanitari di cooperazione decentrata internazionale. Oltre all’accoglienza dei minori, infatti, il programma prevede la realizzazione in Bielorussia di interventi di assistenza, riabilitazione e cura di bambini affetti da disabilità e malattie oncologiche, e la formazione professionale degli operatori sanitari negli orfanotrofi, case famiglia, ospedali pediatrici.
In questi anni in Emilia-Romagna sono stati accolti oltre 12 mila bambini grazie al ‘Progetto regionale Chernobyl’: un programma avviato nel 1996 dalla Regione assieme alle associazioni firmatarie, che prevede soggiorni temporanei di bimbi sotto i 14 anni provenienti dalle zone contaminate e ancora soggetti al rischio di tumori, malattie genetiche, malformazioni. Durante i loro brevi soggiorni nelle famiglie emiliano-romagnole o in strutture collettive, i bambini vengono iscritti al Servizio sanitario regionale e sottoposti gratuitamente ad alcuni controlli sanitari di carattere preventivo (visite pediatriche e accertamenti diagnostici specialistici).